La razza

Informazioni sulla razza Shiba Inu.

Verosimilmente arrivato dalla Cina con i primi occupanti umani, il cane giapponese, come appare dai ritrovamenti archeologici è, fra il 6000 ed il 300 prima di Cristo, già sensibilmente differente dai cani europei della stessa epoca. Per la sua taglia è piccolo ed identificabile dalla forma particolare del cranio, come un cane di tipo "Spitz". Le immigrazioni durante il periodo YAYOI (tre secoli prima di Cristo) hanno contribuito ad introdurre altre particolarità; i cani arrivati durante questa era hanno fissato un tipo preciso dalle orecchie appuntite e dalla coda arrotolata.

I cani di questa epoca sono utilizzati per la caccia: il daino, l' orso, la piccola selvaggina e gli uccelli erano le prede. La caccia e la selvaggina variano secondo le regioni, la taglia dei cani ugualmente, tuttavia le particolarità restano le medesime. Malgrado una iconografia curiosamente scarsa per il Giappone, il cane accompagna l'uomo nel corso della sua storia: le ore più cupe cominciano con la fine dell'isolamento nipponico, le importazioni delle razze straniere, nel XIX secolo, si fanno frequenti ed il cane locale ha pericolosamente tendenza a scomparire. La reazione dovrà attendere l'inizio del nostro secolo. Parallelamente ad un movimento nazionalista di conservazione dell'identità giapponese, alcuni cinofili intraprendono un censimento minuzioso dei cani nativi UI-INU). La classificazione geografica delle differenti razze di cani Giapponesi risale a questa epoca: il cane di Akita, lo Shikoku, l'Hokkaido, ecc...

Lo Shiba invece non è nominalmente collegato ad una regione, secondo le interpretazioni, Shiba può significare piccola taglia o cane della boscaglia. Lo Shiba contemporaneo trova le sue origini dalla riunificazione di diverse antiche razze, presenti in molte prefetture come Fukushima, Niigata, Gumma, Yamanashi, Nagano e Gifu, che erano sensibilmente differenti a seconda delle regioni, nella taglia, nel colore e nella morfologia. Queste razze indigene di piccola taglia sono state raggruppate sotto il nome di Shiba dal Dottor Saito. La creazione nel 1932 di "NIHON KEN HOZONKAI" chiamato anche "NIPPO" (Associazione per la conservazione del cane giapponese) produce il riconoscimento dello Shiba da parte del governo Giapponese come "Monumento Nazionale" nel 1936.

Grazie a questo riconoscimento si pensa che la razza sia ormai fuori pericolo, ma la Seconda Guerra Mondiale con il suo strascico di orrori arriva ancora una volta a farla quasi estinguere. È a partire dal 1948, con la ripresa delle attività di NIPPO, che gli allevatori giapponesi raccolgono le superstiti linee di sangue per ristrutturare e salvare la razza. Lo Shiba moderno è nato.

Attualmente, lo Shiba continua ad essere uno dei favoriti nel suo paese, è presente in città come in campagna ed è considerato comunemente come cane da compagnia. Il tradizionalismo, l'ultra nazionalismo di certi allevatori sono altrettanti ostacoli da superare per importare uno Shiba di buona selezione. Tuttavia il paziente lavoro di relazioni e conoscenze da accesso per i più testardi all'ottenimento di soggetti di qualità. Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna ed in Australia, è una delle razze di successo e la crescente popolarità moltiplica i felici proprietari di questo seduttore nato. Non è ancora così sul continente europeo; poco a poco lo Shiba punta timidamente il suo muso sotto i nostri cieli. La Scandinavia, il Belgio, l'Olanda e la Germania dispongono di un capitale in evoluzione, ma dove è indispensabile diversificare le linee d'origine. Gli allevatori seri di questi paesi lavorano a questo scopo importando e scambiando fra di loro delle nuove linee di sangue. Al seguito l'Italia, la Spagna e la Francia fanno un'entrata ragguardevole in questo gruppo di appassionati. È salutare per la razza che le cose non si sviluppino ad una velocità eccessiva ma è necessario riconoscere che questo cane possiede delle molteplici qualità ed uno charme indubbio. Per capire a fondo il carattere dello Shiba è necessario risalire alle sue antiche origini. Utilizzato come ausiliario della caccia, in zone fredde e montagnose, il nostro ha un carattere fiero e determinato, tanto da venir impiegato perfino nella ricerca dell'orso.

Parliamo perciò di un cane sicuramente coraggioso, ma anche estremamente vigile ed a volte diffidente; sola caratteristica di fronte ad animali grossi e selvatici, poteva garantire la sopravvivenza. Può dimostrarsi, nei confronti degli estranei, particolarmente cauto nel lasciarsi avvicinare, quanto meno inizialmente. Tale atteggiamento non deve mai sfociare in una eccessiva diffidenza o peggio in paura (che deve essere considerata grave difetto da penalizzare sia a livello espositivo sia in riproduzione). Abituato a cacciare in muta non ha alcuna difficoltà a convivere con altri cani, gatti o eventuali "inquilini" che possiate avere in casa, le sue ridotte dimensioni non devono far pensare ad un cane giocattolo, i giapponesi lo definiscono un "grande cane in una piccola scatola" proprio per il suo potenziale e la sua grande versatilità. Caparbio ed intraprendente, metterà più volte alla prova la nostra pazienza. Dovremo fargli capire che siamo noi a comandare, abituandolo alle situazioni non gradite, in modo graduale ma costante, la chiave del successo con lo Shiba è evitare gli eccessi, sia in permissivismo sia in rigore. I risultati non tarderanno ad arrivare, e riuscirete ad instaurare con il cane un rapporto eccezionale, che renderà la vostra convivenza piacevole e serena.

Non dimentichiamo che a dimostrazione della sua addestrabilità, nei paesi in cui è più diffuso, viene spesso utilizzato nelle prove di Agility Dog. Altra peculiarità, sicuramente non comune dello Shiba è la sua innata attitudine alla pulizia. Sin da molto piccolo, si dimostra particolarmente incline a non sporcare nel luogo in cui dimora; basterà consentirgli un minimo sufficiente di uscite all'aperto, nell'arco della giornata e almeno due da adulti perché il cucciolo non sporchi più in luoghi indesiderati, risolvendo quello che spesso è un problema, dato che si condivide l'appartamento con un cane. A tale proposito è un bene ricordare che lo Shiba non ha alcun problema a vivere in casa o all'aperto, anche in climi molto freddi, in quanto protetto da un denso sottopelo. Un punto che lo accomuna con gli altri suoi simili, e che se lasciato da solo per gran parte della giornata tende ad intristire ed a diventare particolarmente indipendente e distaccato. È perciò fondamentale dedicare ogni giorno un po' di tempo al nostro amico a quattro zampe, anche perché sicuramente riceveremo da lui molto di più di quanto gli daremo.

ata di pubblicazione dello standard originale valido: 16 giugno 1992. Utilizzazione: Cane da caccia per uccelli e piccoli animali, cane da compagnia. Classificazione PCI: Gruppo 5 (cani Spitz e tipo primitivo) Sezione 5 (Spitz Asiatici e razze relative). Finalmente nel 1934 fu unificato lo standard di razza. Nel 1937 10 Shiba fu designato come monumento nazionale, dopodiché la razza fu allevata e migliorata per diventare la superba razza conosciuta oggi. Nel loro passato ci sono il San'in, il Mino e il Shinshu. Il San'in sono a loro volta i discendenti di razze ancora più antiche: la Sekishu e la Imba, provenienti dalle province di Shiman e Tottori. Da quella di Gifu provenivano invece i mino, mentre dalla provincia di Nagano, e discendente del Mikawa, provenivano gli Shinku. Si trattava di cani con differenze anche sensibili: i primi erano per esempio più grandi degli Shiba attuali, i secondi erano sensibilmente più piccoli ed erano caratterizzati dalla Saski-0 (coda pendente). C'erano poi delle differenze nei colori: i San'in erano macchiati, talvolta senza le calze bianche come si vede invece nei nero-rossi di oggi. Gli Shinshu presentavano invece già allora le caratteristica tessitura a doppio strato dello Shiba con un pelo di copertura leggermente duro e un sotto pelo denso e morbido. Il loro colore era preferibilmente rosso.

Se da questi ultimi si è avuto il pelo (che era rosso fuoco anche Mino) altre caratteristiche erano già ben fissate in questi progenitori dello Shiba moderno: al San'in si deve lo stop, le orecchie e gli occhi invece arrivano dal patrimonio cromosomico del Mino. L'abilità degli allevatori giapponesi fu infatti quella di saper prendere il meglio ora qui ora là. Vedi come dal Mino è stato tramandato il taglio degli occhi e il loro colore bruno scuro, ma non la coda pendente; così dai Shinshu è stato selezionato il tipo di pelo eliminando dallo stesso una tendenza a portare nel colore la maschera nera ed eliminando un altro difetto tipico dei discendenti di Mastsumaro, uno dei più celebri campioni di quella linea di sangue, che trasmetteva degli occhi leggermente troppo rotondi. Da allora sono rimasti colori differenti pur se all'interno della stessa razza e senza che vi siano limitazioni di accoppiamento. Così come nell'Akita la tonalità preferita è il rosso, possibilmente acceso. Gli Shiba di questo colore sono detti Aka-lnu. C'è poi il sesamo, detto Aka-Goma, che consiste in una particolare carbonatura del pelo che partendo chiaro alla radice va via via scurendosi fino a essere nero sulla punta. Altro colore è il nero-rosso che deve presentare macchie bianche sui piedi, sul torace e sulla coda, mentre il nero monocolore fa sì che il cane non sia considerato uno vero Shiba. Simile al sesamo, che è una mescolanza di rosso, bianco e nero dove il rosso domina, c'è il nero -sesamo (detto Kurogoma) in cui a dominare è invece il nero. Il meno amato, il meno apprezzato a livello espositivo, ma comunque ammesso fra i colori possibili, è il bianco.

Complessivamente questi cani devono avere le sembianze di una volpe. Dal passato, infine, hanno ereditato due tare genetiche: la displasia dell'anca (che si sta cercando di arginare con appositi controlli) e la mancanza di denti (fino a quattro possono mancare), difetto questo ultimo ritenuto retaggio dell'imbreeding operato nel passato.